Giorgio Chiesi
Nelle opere del Maestro Giorgio Chiesi ci sembra d’osservare la condizione permanente di un uomo senza qualità, un personaggio sedotto e prigioniero delle sue stesse debolezze: la sigaretta e il telefonino, la bibita famosa e l’auto sognata, il desiderio di una donna e l’irresistibile voglia d’evasione, ridotta spesso a una semplice passeggiata in bicicletta, ma pur sempre frustrata dagli obblighi e divieti della segnaletica stradale quale metafora di un’impossibile fuga verso la libertà. Sono alcuni degli scorci e dei motivi dominanti nella pittura di Chiesi così piena di sarcasmo nel mostrare impietosamente l’attualità, la cultura e i feticci della nostra epoca. A ben guardare, però, vi scopriamo un’arte di grande moralità e impegno civile per quella sua capacità di raccontare – con corrosiva ironia – il difficile mestiere di vivere toccato in sorte a gran parte degli individui, tante volte oppressi dalle meschinità quotidiane e smarriti nel labirinto dei falsi ideali, delle illusioni di cui restano vittime e prigioniere dietro il filo spinato delle banalità. E’ la storia dell’uomo contemporaneo e di un Novecento ormai trascorso, ma di cui avvertiamo ancora l’ingombrante presenza in questo terzo millennio della globalizzazione selvaggia e universale. Un secolo nuovo nel quale continua spudoratamente ad affermarsi la pregressa civiltà delle immagini, del denaro, dell’edonismo e del corpo femminile nel suo consumo strumentale. Nelle sue opere Chiesi ha voluto rappresentare i simboli più ricorrenti del nostro tempo così volgare ed obsoleto, dedicandosi alla composizione di suggestivi collages, assemblati con pezzi di giornale, foto di donne seminude e sensuali, frammenti di lettere e spartiti musicali; aggiungendovi talvolta oggetti reali dal vago richiamo neo-dadaista: minigonne, jeans, sexy mutandine ed altri simboli dell’imperante materialismo, dal quale possiamo forse difenderci attraverso il riparo delle arti, della letteratura e della musica. L’uomo senza qualità di Giorgio Chiesi, rappresentato da teste maschili enormi, svuotate di ogni pensiero, – nonostante la sconfitta della storia e il proprio fallimento esistenziale – trova la comprensione dell’artista che lo risarcisce immergendolo in un mondo di smaglianti e bellissimi colori: gialli, rossi, blu, verdi, azzurri, viola dalla tonalità cromatica intensa e luminosa. Persino il grigio e il nero assumono una forte valenza espressionistica nell’esaltare il contrasto simbolico delle ombre e delle luci di cui sempre si compone la vita di ciascuno…così sospesa fra il desiderio e lo stupore, l’amarezza del presente e la nostalgia per ciò che non abbiamo saputo essere. Lo stile pittorico del Maestro Chiesi è caratterizzato dall’assoluta padronanza dei mezzi espressivi, sia nell’uso del colore che nella scelta delle tecniche adoperate, con le quali riesce a sorprenderci e sbizzarrirsi nei modi a lui più congeniali, non di rado avvalendosi anche di materiali inconsueti. Dagli smalti e colori su tavola, su tela, su carta a mano sino al cartone alveolare che fa da supporto ai più recenti collages in cui viene a riassumersi la sua visione del mondo e la volontà dell’artista nel farsi testimone attento del proprio tempo e delle sue contraddizioni. Giuseppe De Rosa
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