Erminio Tansini
Gli spessori dei corpi cromatici di Tansini sanno evitare le freddezze anonime della non riconoscibilità, rivelando ondulazioni vibratili e dense di sentimenti. Il gioco cromatico e tonale non risulta quindi mai gratuito, orchestrandosi in accordi e disaccordi calibrati e premeditati. L’armonia del colore corrisponde pertanto all’armonia interiore di un artista che ha raggiunto ormai la piena padronanza dei suoi mezzi espressivi. Le sue capacità di artista virtuoso giocano su un uso essenziale – e solo in apparenza immediato – della spatola e del pennello, utilizzati per creare il fondo. L’impasto è sempre denso, e teso solitamente a creare distinzioni fra le macchie di colore, per preservarne intatta la purezza dell’amalgama. In certi casi, invece, prevale l’effetto d’insieme, in una sorta di illusione paesaggistica. Il dato principale di tutta l’operatività di Tansini sta nella forza espressiva e comunicativa di un magma controllato e guidato, dove prevale il senso dell’infinitezza dello spazio. L’altro dato fondante è quello della luce, che nasce dal contrasto fra i toni, e dalla consapevolezza tecnica del fenomeno ottico, per cui il chiarore si esalta nell’incontro con l’oscurità. Quest’ultima considerazione potrebbe persino apparire ovvia, ma in questo caso il risultato visivo è ben superiore alla semplice applicazione di un dato tecnico. La qualità e la differenza sta qui proprio nella musicalità dell’invenzione e dalla felicità creativa, per cui le forme informi di Tansini comunicano il senso gioioso di un’aspettativa o, se si preferisce, di una rivelazione. Incastonandola, egli sa intrappolare la luce del bianco fra superfici rosse o azzurre, dove l’apparizione di un corpo verde solitario prorompe con l’enfasi di un’emozione. Più vicino a Nicolas De Staël che a Jean Fautrier, questo pittore è più in sintonia con l’astrattismo lirico che con quello inquieto della riflessione esistenziale; nella profondità dei suoi spazi e nella preziosità delle sue atmosfere emergono soprattutto dolcezza e pacificazione, e la certezza forse di tenere fede a un patto arcano. (Paolo Levi)
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