Salvatore Magazzini è nato il 28 febbraio 1955, a Pistoia, dove vive e lavora. Espone dal 1969.
Numerose le mostre personali in Italia: Prato, Signa, Quarrata, Pistoia, Montecatini Terme, Legnago (VR), Poggio a Caiano, Forte dei Marmi, Massa, Viareggio, Verona, Pignola (PZ), Carrara, Monteriggioni (SI), Bari, Nuoro, Empoli, Pescina (AQ), La Spezia, Firenze, Bologna, Milano, Roma, Reggio Calabria, Abbadia Isola (SI), Siena.
È presente in importanti collezioni estere: Svizzera, Francia, Stati Uniti, Germania, Giappone e Marocco.
Dal 1991 è inserito nel catalogo internazionale di grafica Prandi di Reggio Emilia e dal 1992 nel catalogo d’asta Pandolfini di Firenze.
Nel ’94, ’95 e ’96 è stato presente con una sala personale all’Arte Fiera di Bologna.
Nel ’96 all’Arte Fiera di Milano.
È presente nel ’95 e nel ’96 sul catalogo d’aste Farsetti di Prato.
La RAI ha dedicato all’artista quattro servizi sulla sua opera.
Tra i maggiori critici che hanno scritto su di lui, citiamo: Pier Carlo Santini, Mauro Innocenti, Alberico Sala, Tommaso Paloscia, Francesco Giunta, Omar Calabrese, Mario Luzi, Antonio del Guercio.
Di notevole importanza anche l’attività scultoria (iniziata nel 1969): specialmente quella nella fase giovanile, di cui fa parte L’uomo di Monteriggioni, recensita da Mario Luzi e collocata nell’atrio del Municipio di Quarrata (PT).
Salvatore Magazzini è un artista riconoscibile dai suoi impasti cromatici. Il suo linguaggio artistico, fatto di trasparenze vivaci e luminose, rapido, senza ripensamenti, porta la sua impronta. Nelle sue opere si ritrovano luoghi, spazi ampi, diluiti nel tempo, cieli infiniti, mari di un blu intensissimo, paesi lontani che egli riesce a raccontare, paesaggi dilatati, dove gli orizzonti si sfumano e dove le figure di mercati e vie sembrano voler lasciare traccia del loro passaggio, del loro divenire.
Anima pulsante delle sue opere è il colore, abbagliante, dirompente e corposo, alle volte meno invasivo, ma comunque sempre molto coinvolgente. Un soggetto per essere trattato da Magazzini deve averlo coinvolto veramente in prima persona, avergli trasmesso la giusta energia e forza. Questo, in definitiva, fa di lui un pittore in grado di ascoltare il proprio cuore e le proprie sensazioni. Forse, soprattutto per questo, le sue opere riescono a far sognare e a catturare lo sguardo dell’osservatore.