Mirko Pagliacci
Chiudo gli occhi e senza sforzo, un ricordo si plasma parzialmente nella mia mente, si trasforma in un’immagine, così vibrante, piena di movimenti, colori e odori. Movimenti umani che esprimono angoscia, nostalgia e passione. Pigmenti su lino creano un ambiente nuovo, in cui si possono annidare le memorie del passato e le creazioni del presente. Gli odori mi ricordano che mi trovo adesso nello studio dell’Artista. Lui fa parte del passato e del presente allo stesso tempo. Molti secoli fa, creava sculture sacre da qualche parte nell’Estremo Oriente e contemporaneamente realizzava i kouroi nell’Antica Grecia. Lo stesso Artista dopo aver viaggiato nel tempo, si trova ora nel suo studio e mantiene intatta la sua essenza e le sue memorie primordiali che determinano la base primaria della sua esistenza artistica. Anche se il mio ricordo è così intenso, rimane confuso e incompleto.
Questa volta è l’Artista a chiudere gli occhi per raccogliere il materiale necessario alla sua prossima creazione. Sente che porta sulle sue possenti spalle un carico di cultura e di storia che per secoli ha percorso una strada lunga in diverse parti del mondo dove l’Arte si sviluppò. Questo fardello non è pesante, non si trasforma in trappola, e non lo limita nell’esprimere la sua creatività contemporanea. Anzi, gli determina la profonda convinzione che anche egli ha vissuto in quei luoghi lontani. E’ come una voce flebile, di una memoria irrimediabilmente distante ma ancora viva perché semplicemente è scritta nei suoi geni e nel suo subconscio. Egli trae il suo materiale, tutti gli elementi da questo sito interiore, dove trovano corrispondenza le primitive memorie universali che si uniscono con la sua propria sostanza ma anche con il resto del mondo, materiale ed immateriale. Il resto del mondo non ha bisogno di fare viaggi immaginari nel passato, dato che l’ultimo è già dentro di sé e prende forma dalle sue memorie, espressioni del patrimonio culturale comune. Nel caso dell’Artista, però, il suo forte carisma gli consente di recuperare, in un livello visto soltanto da lui, la memoria collettiva, questi ricordi sparsi, che diventano, poi, visibili a tutti, grazie alla sua pittura.
Adesso l’Artista è pronto ad aprire gli occhi. Sta ancora nel suo studio e comincia a utilizzare tutto il materiale spirituale che ha raccolto durante la fase della sua visione interiore. Decide di mantenere il suo carattere grezzo. Simboli di civiltà antiche ma anche di più recenti periodi storici, cominciano a marciare l’uno dopo l’altro nei suoi dipinti. Sono affiancati da diversi campioni di scrittura, che ricordano forse le note personali dell’Artista durante il processo di elaborazione dei suoi stimoli. In questo modo il passato si unisce con il presente. Nello stesso livello coesistono le memorie e gli appunti su queste, relativamente a tutte le cose che ha visto, ha sentito, ha conosciuto e ha vissuto. Ognuno degli elementi che si trovano nelle sue opere, mantiene la propria autonomia e ha lo stesso valore culturale ed emotivo degli altri.
L’ambiente che li circonda è astratto come il subconscio, ed è caratterizzato da pennellate incomplete e brevi, come frammentaria e selettiva è la funzione della memoria umana. Gli strati di colore applicati uno sull’altro, richiamano il continuo movimento del tempo e della storia ma anche il metodo della datazione usata in archeologia. Sembra che i vari reperti archeologici tornino nel loro ambiente originale o addirittura, che non lo abbiano mai lasciato.
Il passato in queste opere dialoga direttamente con il presente. Gli elementi scritti si riferiscono agli slogan e ai graffiti che si trovano ovunque nelle strade delle metropoli e coesistono armoniosamente con i loro monumenti antichi. Il patrimonio culturale, dunque, non ha soltanto un ruolo esclusivamente monumentale, anzi conversa con la nostra epoca, avendo un significato simbolico che tuttavia non è ingombrante. La nuova dimensione che ha acquisito attraverso il suo rapporto con gli aspetti della cultura contemporanea e consumistica, gli dà un valore aggiunto.
L’Artista si trova adesso di fronte alle sue opere. Sono complete nonostante la loro frammentazione. Quello che manca è soltanto la sua firma sulle opere. Mirko Pagliacci le sottoscrive e chiude la porta del suo studio per fare una passeggiata in una metropoli, ricca di monumenti e piena di vita contemporanea.
Zoe Fragoulopoulou
157 Comments
Trackbacks/Pingbacks