Il cavaliere inesistente
Nelle sue tele Raffaele De Rosa esprime la volontà di “resurrezione” di un mondo eroico, con le sue gesta, i suoi cavalieri e le sue dame.
E’ evidente nella sua pittura l’influenza della natale Luni, già prospera città romana usata nell’antichità come porto di attracco da etruschi e greci. Nelle sue opere De Rosa fa riecheggiare i virili scontri, dove il coraggio e la fratellanza d’armi fanno la differenza.
La costruzione simbolica delle immagini è alta espressione del Mito Contemporaneo, che non vuole abdicare alla morte della fantasia, ma danzare, come nuvole nel cielo, sullo sfondo di cruente e immaginifiche battaglie.
L’ossessione di un particolare – un volto, un elmo, uno scudo – esprime la volontà di fermare l’attimo prima che diventi Leggenda: le grandi tele, i Campi Elisi degli eroi cari agli dei, Achille e i suoi Mirmidoni all’assalto di Troia, i pirati etruschi contro gli odiati Fenici, Leonida e i trecento alle Termopoli, ma anche le lotte degli Elfi contro gli Orchi sono parte della titanica nostalgia romantica di Raffaele De Rosa, e nella Speranza della vittoria del Bene contro il Male consiste il senso della sua narrazione pittorica.